No Internet Tax | No ROC | No ddl Levi-Prodi
2007
Tiè alla Internet Tax
Tiè al ROC
Tiè al ddl Levi-Prodi
Questo blog non ha finalità di informazione, né di formazione, né di divulgazione, né di intrattenimento.
Lo scrivo solo perché “il blog e mio e ci faccio il cazzo che voglio” [cit. by Alessandro Gilioli prelevato dal blog di Catepol]…
Art. 21. della Costituzione della Repubblica Italiana:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente
il proprio pensiero con la parola, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione.
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9 commenti
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heilà la citazione è mia
🙂
ciao cara 🙂
bello il tuo gatto
quasi meglio del mio orsetto
ecco qua… date a catepol quello che è di catepol 🙂
io preferisco il tuo candido orsetto informatico… anke se il gatto-tiè è abbastanza originale!!! 🙂
va bene o devo modificare qualcos’altro? 😉
il tuo gatto può fare lezione al mio Ercole…mi piacerebbe tanto che imparasse a fare quel gesto 😀
Io credo che tale decreto parta da presupposti errati. La rete è già sorvegliata dalla polizia postale, la quale possiede i mezzi per rintracciare chi si rende colpevole di reati sul web. Inoltre la legge punisce chi lo fa.
Non vedo dunque la necessità di restringere l’accesso ad internet, né il bisogno di rendere più severe le pene per chi sbaglia online.
E poi scusate… ma quale assurdo governo prima libererebbe i delinquenti minori (si fa per dire…) attraverso l’indulto, per poi mettere in prigione chi diffama qualcuno su internet?
Non vi pare un po’ incoerente, per non dire di peggio?
In ogni caso conto sul buon senso di qualche politico e sulla sua opposizione a questo decreto così pericoloso per il mondo di internet.
Un saluto.
Antonio
Beh, è vero che la citazione è di Catepol ma per dare a Cesare quel che è di Cesare l’idea prima è di Alessandro Gilioli (Piovono Rane)
ok… fatto… ora va bene?
Perfetto. Noi siamo gente corretta 😛
Fondamentale è stata la spinta mediatica del noto portale d’informazione
Grazie a Italymedia.it aboliti i costi di ricarica
L’iniziativa era partita dall’impegno di un intraprendente studente che ha indetto una petizione che ha raggiunto quota 800.000 firme
Quando da qualche mese a questa parte gli utenti delle varie compagnie di telefonia mobile si accingono a caricare la carta prepagata corrispondente al proprio numero telefonico vengono subissati da raggianti ed entusiaste vocine automatiche o da uno sventolìo di pubblicità adescanti e convincenti, che ricordano come tutto il costo di una ricarica corrisponda a reale traffico telefonico, lasciando trapelare manifestamente che quella grave ingiustizia perpetrata per anni a danno dei consumatori che era rappresentata dai costi fissi di ricarica è finalmente stata abolita. La voce con magistrale enfasi oratoria o le sfavillanti e calamitanti pubblicità si sforzano di ostentare meriti inesistenti appalesandosi artefici di un epocale cambio di rotta verso gli interessi dei fruitori del servizio che comportano inevitabilmente un sacrificio deliberato e doloroso da parte dei “poveri” gestori, spingendo e imprigionando nelle paludi dell’inganno i meno avveduti tra gli utenti. Ma, anche se la maggior parte di chi è costretto ad avvicinarsi al servizio di ricarica per poter utilizzare il telefono cellulare conosce perfettamente la genesi dello storico provvedimento che ha condotto all’abolizione del disdicevole dazio, ci sembra opportuno rammentarla ai più labili di memoria. Ed è bene chiarire che, pur se il tutto si è raggiunto con una delibera governativa, se non ci fosse stata una vigorosa spinta popolare, probabilmente il costo fisso in questione scivolerebbe ancora bellamente nelle casse voraci dei gestori, in netta controtendenza con la linea tracciata e seguita nel resto d’Europa.
Il tutto è partito dalla lodevole iniziativa di uno studente, Andrea D’Ambra, che ha profuso energie incommensurabili impegnandosi nell’avviamento e nella gestione di una mastodontica macchina organizzativa finalizzata ad una petizione che ha raggiunto l’incredibile traguardo di circa 800.000 firme. Sarebbe stato in verità impossibile il conseguimento di un obiettivo tanto clamoroso, senza l’apporto fondamentale di alcuni strumenti mediatici di cui il promotore si è avvalso lungo l’arduo e tortuoso tragitto. A partire dalla spinta informativa del comico Beppe Grillo e del suo gettonatissimo blog che ha dedicato ampi spazi all’iniziativa. Ma decisivo è stato l’apporto propulsivo del Portale dell’Informazione Nazionale Italymedia.it e del suo direttore Antonello De Pierro che ha sostenuto e nutrito la divulgazione del progetto avvalendosi anche delle frequenze della nota emittente radiofonica Radio Roma di cui è uno storico conduttore. Il giornalista, che è anche presidente del giovane movimento “L’Italia dei Diritti” così si è espresso sull’argomento: “I consumatori italiani dovranno per sempre essere grati a questo eroico e fenomenale studente, ed è davvero biasimevole il fatto che un simile risultato non abbia tratto linfa vitale da un impegno forte degli organi rappresentativi, istituzionalmente deputati alla presentazione e alla promulgazione di leggi, che nel frangente si sono dimostrati clamorosamente miopi e distratti”.